Direttori
1° periodo Borbonico (1771-1806)
- 1771 Francesco Giuseppe Conty
- 1791 Massimiliano Conty
- 1799 Vincenzo Squillace
Periodo Francese (1806-1815)
- 1807 Capo battaglione Ritucci
- 1811 Capo battaglione Carascosa
- 1814 Tenente colonnello Landi
Restaurazione borbonica (1815-1860)
- 1816 Tenente colonnello J. La Granellais
- 1817 Tenente colonnello Giuseppe Mori
- 1821 Tenente colonnello Pietro Darsa
- 1821 Tenente colonnello Emanuele Merati
- 1822 Tenente colonnello Carlo Ros
- 1827 Tenente colonnello Emanuele Sicari
- Tenente colonnello Giuliani
- Tenente colonnello Niola
- 1840 Tenente colonnello Pellegrino
- 1845 Tenente colonnello Novi
- 1849 Tenente colonnello Cesare Di Stefano
- 1850 Capitano Napolitano
- 1850 Tenente colonnello Latour
- 1853 Tenente colonnello Ferdinando Pacifici
- 1856 Tenente colonnello Raffaele Melagrani
- 1859 Tenente colonnello maggiore Del Bono
Regno d’Italia
- 1860 Tenente colonnello Alessandro Massimino
- 1861 Maggiore Crescenzo Montagna
- 1863 Dir. Demaniale Alessandro Massimino
- 1864 Reggente Fortunato Savino
- 1865 Cavaliere Enrico Graban
- 1865 Cavaliere Ingegnere Giulio Axerio
- 1867 Francesco Grosso
- 1874 Geometra Antonio Sommaria
Principali personaggi famosi
Mario Gioffredo (Napoli 1718 – Napoli 1785), detto anche il Vitruvio napoletano, è stato un architetto, ingegnere, incisore e topografo italiano. Nel 1768 il Gioffredo fu mandato dalla Regia corte in Calabria con il compito di trovare un luogo adatto a costruire un nuovo polo siderurgico da affiancare alle Regie Ferriere di Stilo, oramai datate e bisognose di restauri. Il luogo venne individuato in località “Cima”, ricco di acque e boschi, nei pressi dell’attuale, tra i fiumi Ninfo e Allaro.
Ferdinando I di Borbone (Napoli 1751 – Napoli 1825) fu re di Napoli dal 1759 al 1799, dal 1799 al 1806 e dal 1815 al 1816 con il nome di Ferdinando IV di Napoli, nonché re di Sicilia dal 1759 al 1816 con il nome di Ferdinando III di Sicilia. Nel 1773 emana un decreto a salvaguardia del territorio e per la tutela dei boschi, il così detto “Decreto Salvaboschi”, che non aveva solamente l’intento di evitare danni al patrimonio boschivo, con l’introduzione di cicli di taglio a quarantesimo previa martellatura (era concesso abbattere l’albero più vecchio tra i quaranta circostanti), ma sanciva anche la creazione del Polo siderurgico calabrese (Stilo-Mongiana).
Melograni,
Faicchio,
Savaresi e
Tondi sono alcuni degli studiosi mandati dal governo in giro per l’Europa a studiare i sistemi di fusione e di scavo delle miniere, in atto nei vari distretti industriali europei. Rientrati a Napoli, furono mandati nel 1799 a Mongiana per migliorare i sistemi di lavoro.
Giuseppe Bonaparte (Corte, 7 gennaio 1768 – Firenze, 28 luglio 1844) era il fratello maggiore di Napoleone Bonaparte e fu da questi nominato re di Napoli dal 1806 al 1808, quindi re di Spagna dal 1808 al 1813. Nel 1808 il Bonaparte decreta che la direzione degli Stabilimenti di Mongiana passi sotto la responsabilità del ministero della Guerra e della Marina (già sancito dal Re Ferdinando IV nel 1800 e poi ritornati nel 1803 sotto la direzione del Ministero delle Finanze).
Ribas, capitano d’artiglieria, arriva a Mongiana nel 1801 e apporta una sostanziale modifica nella produzione di manufatti, sostituendo in sistema del “getto in conchiglia” con lo “staffaggio in sabbia”.
Ritucci, Capo battaglione e direttore del complesso siderurgico dal 1807 al 1811. Nel 1808 ingrandisce e dà nuovo volto allo stabilimento assegnando a ognuno un compito specifico concependo un’organizzazione verticistica, approvata dal Ministero della Guerra e della Marina, che rimarrà inalterata fino al 1860. Al vertice c’era il Direttore sorretto dagli Ufficiali, cui sono sottoposti i Capi Artefici, che comandavano le varie squadre che si alternavano ai forni, nelle miniere e nei boschi. Egli propose, al fine di facilitare la gestione del personale, di unificare amministrativamente i paesi di Mongiana, Pazzano e Bivongi.
P.J. Latour nel 1809 progetta una fabbrica d’armi a Mongiana per la produzione di componenti di fucile da assemblare in quella di Torre Annunziata.
Gioacchino Murat (Labastide-Fortunière, 25 marzo 1767 – Pizzo, 13 ottobre 1815), è stato un generale francese, re di Napoli nel 1808 e maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte. Nel 1812 emana un decreto nel quale si obbligano con la forza le Due Calabrie a somministrare alla fonderia della Mongiana 210 unità lavorative tra carbonai e spaccalegna e anticipare a ciascuno di essi a titolo d’ingaggio L. 26 fissando inoltre la mercede giornaliera a L. 1,84; infine incarica una compagnia di fanteria alla protezione dei lavori dello stabilimento. Istituisce a Mongiana la “Fabbrica delle canne” di fucile.
Ferdinando II (Palermo 1810 – Caserta 1859) fu re del Regno delle Due Sicilie dall'8 novembre 1830 al 22 maggio 1859. Nel 1833 intraprese un viaggio nelle calabrie e il 23 aprile giunse a Serra S. Bruno per proseguire alla volta delle ferriere per inaugurare il nuovo polo siderurgico sorto sulle rovine delle vecchie ferriere del
Piano della Chiesa e che prenderà in suo onore il nome di Ferdinandea. Il Re, profuse un grande impegno al fine di ingrandire il polo industriale delle Serre Calabre.
Domenico Fortunato Savino (Positano, 1804 – Mongiana, 22 ottobre 1872) è stato un “ingegnere costruttore” Napoletano. Il Savino è un personaggio chiave della storia di Mongiana: curò i restauri di vecchi immobili e s’impegno a redigere nuovi progetti; fu il progettista della Fabbrica d’Armi, della nuova caserma, della fonderia, della Chiesa, del carcere, delle strade, del cimitero, delle nuove officine, di ponti e canali, gli edifici ad alloggio dei dirigenti e il rifacimento della Casa del Comandante. Realizzò particolari forni per la fusione, modificò una macchina a vapore, utilizzò un sistema per il recupero dei gas in uscita degli altoforni per ossigenare la combustione, ecc. Nel 1846 il Savino ottiene via libera per introdurre a Mongiana i più moderni metodi di affinazione, installa un nuovo laminatoio acquistato in Inghilterra, che egli stesso perfeziona in maniera originale, consentendo allo stabilimento di diventare completamente autosufficiente.
Pietro Thomson Latour, direttore dello stabilimento dal 1850 al 1853, nel 1850 invia a Torre Annunziata due piastrine costruite a Mongiana, una di tipo antico a pietra focaia e l’altra di modello francese a percussione. Verificata la bontà della produzione il 10 maggio 1850 furono spediti a Mongiana campioni su cui impostare la produzione in serie con corredo di istruzioni. Campioni che si riferivano al nuovo fucile a percussione con piastrina a molla indietro adottato dall’esercito napoletano e derivato dal modello francese 1842. Inoltre nel 1852 Mongiana diventa comune autonomo con un regio decreto e al tenente colonnello Latour viene riconosciuta la carica di sindaco e giudice di Mongiana.
Francesco Morabito, possidente e sindaco di Mongiana, si prodigò instancabilmente, nei primissimi anni dopo l’unificazione d’Italia, nel cercare di mantenere attiva l’industria del suo paese e aiutò la popolazione in difficoltà economica a causa di mancanza di lavoro per via della forte riduzione delle commesse statali agli stabilimenti siderurgici.
Achille Fazzari (Stalettì, 28 marzo 1839 – Stalettì, 20 novembre 1910) è stato un politico italiano ex garibaldino. Nel 1874 si aggiudica all’asta l’intero patrimonio industriale di Mongiana a Catanzaro per 1 milione di Lire.