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Riserva Statale Cropani Micone
Norme di fruizione della Riserva
Sono presenti tre sentieri naturalistici, che insistono in un contesto ambientale vario, costituito da faggeta e castagneto. Alla Riserva si può arrivare direttamente in auto, oppure gli amanti del trekking e delle escursioni possono seguire i sentieri e gli itinerari naturalistici, culturali e religiosi che da Serra San Bruno, attraverso il bosco di Santa Maria, collegano direttamente il Santuario di Santa Maria del Bosco al laghetto “Sambuco”, la cui realizzazione risale ai primi anni ‘70.
Costeggiando il torrente Allaro, si snoda, da Mongiana a Serra San Bruno e ritorno, il Sentiero “Frassati”; ne esiste uno per ogni regione d’Italia, è un percorso ad anello di circa 20 km, tra natura, arte e religiosità, che il Club Alpino Italiano dedica al Beato Pier Giorgio Frassati, alpinista e benefattore.
Attraversando questo suggestivo sentiero, che era ed è percorso dai monaci della Certosa di Serra San Bruno, giunti alla Riserva si è piacevolmente accolti da un’atmosfera di tranquillità e beatitudine, immersi nel verde, che circonda e avvolge il piccolo laghetto. Non si potrà fare a meno di notare le minute costruzioni in legno, delle palafitte, che sembrano sospese sull’acqua: sono le casette che danno riparo molte specie di volatili e uccelli che vengono qui a nidificare o sono di passaggio.
Un Rifugio, normalmente utilizzato per ricovero d’emergenza, in estate viene concesso a gruppi di scout e visitatori. Si trova poco distante dall’area di “Sandò”, dove è ubicata la scuderia che ospita i cavalli Murgesi, utilizzati per il servizio a cavallo dai Carabinieri Forestali. La struttura è dotata di ampi box, selleria, laboratorio fabbro e lavorazione finimenti, fienile, magazzino, uffici e alloggi, campo di addestramento, tondini e giostre per gli allenamenti.
Breve descrizione della Riserva
Il fondo Cropani Micone fu acquistato dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, per lire 85.000, dal cavaliere Alberto Carafa di Roccella, con atto del 19 giugno 1918. Cropani Micone si trovava al centro delle sette foreste di Mongiana, vicinissimo al paese, e il confine a nord arriva alla strada comunale Fabrizia-Serra San Bruno. Parte del territorio proveniva da lunghi anni di utilizzazione come coltura agraria e pascolo, salvo una parte con alberi da frutto sparsi, in prevalenza ciliegi, e una parte con castagni da frutto. Una imponente attività di rimboschimento fu avviata grazie alla presenza di due vivai, di tre ettari ciascuno, uno ubicato nei pressi di Villa Vittoria, in esercizio dal 1924 e che negli anni ‘50-51 ha avuto una produzione di 1.394.000 piantine, distribuite per gran parte a enti e privati. L’altro, in località Sandò, fu impiantato nel 1952 ed ha prodotto nei primi due anni 2.213.000 piantine, tutte distribuite a enti e privati.
Nella foresta Cropani Micone esisteva un tempo una segheria, che lavorò soprattutto durante il periodo bellico e che fu però demolita, perché ormai inefficiente, nel 1950-51.
Il Decreto Ministeriale 13 luglio 1977 decretò che il bosco sperimentale Cropani Micone, di ha 235, nel comune di Mongiana, di proprietà dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, venisse costituito in “Riserva Naturale Biogenetica”.
La foresta Cropani Micone ricade nell’alto bacino del torrente Allaro. Il terreno originato da rocce granitiche in disfacimento è sabbioso, permeabile, generalmente fresco. Numerose sono le sorgenti che alimentano il sottostante torrente. Il clima è di natura mediterranea con inverni miti e estati calde con precipitazioni nevose anche abbondanti.
L’area della Riserva è una foresta selvaggia, ricoperta per la maggior parte da boschi, ma ci sono anche campi di foraggio all’interno ed un laghetto chiamato “Sambuco” che, oltre a rappresentare una funzione turistico-ricreativa, assicura una buona fonte di approvvigionamento idrico per i velivoli in caso di eventuale incendio sul territorio.
Il laghetto ben si amalgama con il contesto circostante, costituendo un habitat straordinario per le molte specie di flora e fauna, anche migratoria, che in questo territorio trovano condizioni ecologiche favorevoli.
Habitat
Ricade nella zona fitoclimatica del Fagetum, nel bacino del torrente Allaro, tra i 900 m e i 1.200 m di quota, nel comune di Mongiana. La vegetazionale è costituita principalmente da tre tipologie diverse: il castagneto, la faggeta e l’abetina. Il castagneto interessa principalmente le quote altitudinali più basse della Riserva; la sua presenza è connessa con il notevole sviluppo che ha avuto in passato la castanicoltura, a discapito spesso di coltivi oppure di lembi di faggeta. All’interno della Riserva sono presenti anche campi utilizzati in passato per la produzione di foraggio.
Flora
La foresta è composta in predominanza da Castanea sativa (castagno) e da Fagus sylvatica (faggio) con un’importante presenza di Abies slba (abete bianco) Tra le specie minori si riscontra il pioppo bianco, il tasso, il salice comune, l’acero campestre. Si registrano i segni di alcuni interventi di rimboschimento avviati 50 anni fa con impiego di pino nero e in minor misura pino silvestre (specie alloctone). Il corteggio floristico annovera: agrifoglio, edera, clematide, dafne laureola, euforbia delle faggete, cicerchia veneta, aglio pendulo e melica comune.
Fauna
Tra i mammiferi troviamo il cinghiale, il martora, la faina, la puzzola, la donnola, il tasso, la lepre italica, la volpe; tra gli uccelli nidificanti lo sparviere, la poiana, il colombaccio, l’assiolo, il torcicollo, il picchio rosso maggiore, la tordella, il fiorrancino, la cincia bigia, il picchio muratore, il rigogolo, l’averla piccola.